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AdZMuseo – Olivetti Programma 101

Olivetti Programma 101

1 – Olivetti Programma 101.

2 – Interno del P101.

Scheda magnetica per Olivetti Programma 101

3 – Schedina magnetica.

Approfondimenti

  • Un’intervista a Gastone Garziera

  • Tecnica di costruzione

  • Manuale generale

  • Manuale di Programmazione

  • Biblioteca di programmi

  • Ricordi di programmazione P101 all’ITIS “C. Zuccante”

Il precursore dei personal computer.

L’Olivetti “Programma 101” fu presentato per la prima volta alla BEMA, grande esposizione dei prodotti per ufficio, che si tenne a  New York nell’ottobre del 1965.

L’azienda è stata fondata ad Ivrea dalla famiglia Olivetti nei primi anni del 1900 e i suoi prodotti, principalmente macchine da scrivere e da calcolo, sono stati apprezzati in tutto il mondo per la qualità e le continue innovazioni tecnologiche.

Agli inizi degli anni ’60 la Olivetti decise di progettare e produrre un “computer da tavolo” di dimensioni e peso ridotti rispetto ai mainframe utilizzati in quel periodo e che erano grandi macchine locate in ambienti protetti ed utilizzate da tecnici super specializzati. L’idea, assolutamente rivoluzionaria per l’epoca, era quella di  un dispositivo che potesse essere posizionato su un tavolo da lavoro o scrivania di un ambiente normale, come un ufficio o uno studio, ed usato da una persona con un minimo di preparazione tecnica.

Possiamo affermare che Roberto Olivetti è stato l’ideatore del Personal Computer.

Il gruppo di progetto dell’Olivetti programma 101 (figura 1), guidato da Pier Giorgio Perotto, venne costituito da Giovanni De Sandre e da Gastone Garziera. A loro si aggiunsero Giancarlo Toppi, sia pur per un limitato contributo progettuale, e Giuliano Gaiti addetto alle fasi di prototipazione e rifinitura del progetto.

Il design fu firmato dal giovane  architetto e designer Mario Bellini che, dopo quell’ avventura straordinaria,  disegnò all’incirca un centinaio tra macchine, calcolatori e computer Olivetti, ultimo dei quali Quaderno, laptop disegnato nel 1992. Un successo lungo 30 anni nel corso dei quali Steve Jobs cercò di portare invano Bellini nella sua Apple, come si legge nella biografia del guru di Cupertino.

Le caratteristiche tecniche del P101 (1.920 Bit di memoria RAM e assenza di monitor) ci fanno pensare più ad una calcolatrice che ad un Personal computer. Il piccolo calcolatore effettua solo calcoli aritmetici (somme, sottrazioni, divisioni, moltiplicazioni e radici quadrate) però, come i moderni computer, può eseguire anche operazioni logiche, salti condizionati e stampe con una veloce stampante ad impatto a 28 colonne realizzata da Francesco Bretti. Il tutto funzionante per mezzo di un linguaggio di programmazione alfanumerico appositamente sviluppato.

I programmi creati possono essere memorizzati su apposite schedine magnetiche (figura 3).Si tratta di strisce di materiale ferroso coperte da plastica larghe 8 cm e lunghe 30 cm, che possiamo tranquillamente (a parte la capacità limitata a solo 240 istruzioni) equiparare per comodità d’uso ai floppy disk, e non certo alle ingombranti strutture a nastro magnetico usate all’epoca dai mainframe.

Il P101 non ha un microprocessore e neanche circuiti integrati (non erano ancora stati inventati) invece la sua elettronica è stata realizzata con una serie di circuiti logici di base (porte NOR), realizzati con transistor. (figura 2).

In poco tempo vennero prodotte migliaia di copie, alcune delle quali vennero acquistate anche dalla NASA che nel 1969 utilizzò anche  la Olivetti Programma 101 per far arrivare il primo uomo sulla Luna.

Il P101, detto Perottina in onore del suo progettista, fu un successo e la Olivetti ne vendette circa 40.000 esemplari (molti in America del nord) ad un prezzo di vendita di circa 3000 dollari.

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