Il Museo dell’Informatica, di Andrea Morettin e Andrea De Rossi

La scoperta e
le riparazioni

Ci siamo! Il progetto MITIC.Z – Museo dell’Informatica dell’ITIS “Carlo Zuccante”, presentato quasi un anno e mezzo fa, sta finalmente prendendo corpo.
Il 1° ottobre 2019, com’è noto, l’ITIS “Carlo Zuccante” ha compiuto 50 anni: mezzo secolo durante il quale, grazie al suo corpo docente, ai tecnici, ai laboratori, alla loro strumentazione, l’ITIS “Carlo Zuccante” ha rappresentato l’avanguardia nei settori più avanzati della tecnologia; Informatica, Elettronica e Telecomunicazioni al servizio di una didattica avanzata e molto spesso innovativa.
Parte di questa strumentazione è andata dispersa o è stata danneggiata; alcuni pezzi però sono stati “salvati” prima di diventare RAEE e finire in discarica.
Circa 15 anni fa, in occasione di una “pulizia generale” dei locali interrati della scuola, prima che il polipo idraulico di un camion della nettezza urbana li raccogliesse e li portasse via, sono stati recuperati e poi custoditi una decina tra calcolatori elettronici, microcomputer, home computer e l’Univac 9200.
Alcuni studenti, in particolare Alessandro Liberalato, coordinati dal Professor Carmelo Barchitta, hanno ripulito e restaurato questi calcolatori, rimettendoli, per quanto è stato possibile, in funzione.

gli aspetti
logistici

Esattamente un anno fa, sono stati posizionati i moduli espositivi progettati dall’allora Vicepreside Professor Renzo Nalon, non a caso architetto, gli espositori forniti grazie alla collaborazione con la Città Metropolitana.
L’allestimento, curato dai tecnici dell’Istituto, ha interessato le tre bacheche nelle quali sono stati collocati i personal computer: l’Apple IIe, Hewlett-Packard 86b, Olivetti M24, IBM 5150, Rockwell AIM 65, Programma 101 di Olivetti, NBZ80 della SGS-ATES e altri portatili.
L’Univac 9200, un tempo in collegamento con il potente cervello elettronico 1108 in dotazione al Politecnico di Milano, è stato collocato nella posizione prestabilita dal progetto e, grazie a dei fogli di plexiglas, sono stati coperti la stampante e la perforatrice per evitare l’accumulo di polvere e per questioni di sicurezza.
Gli espositori, come previsto dal progetto, sono forniti con strisce Led per illuminare gli oggetti riposti al loro interno e devono ancora essere collegati alla alimentazione elettrica. Per completare l’allestimento dovranno essere applicati ai pannelli informativi foto e testi descrittivi.
Inoltre mancano ancora le vetrofanie con i link alla parte multimediale e una grande scritta calpestabile posta davanti agli espositori completerà l’allestimento.

la visita

Il lavoro multidisciplinare di indagine storica sviluppato da un gruppo di studenti e docenti – archeologia nel passato industriale del nostro Paese, nonché nella vita vissuta di tanti docenti e di tanti studenti del nostro istituto – ha portato alla realizzazione di schede. Ogni scheda è legata al materiale contenuto in un espositore, in essa vi è testo con immagini, prossimamente verranno sistemati anche video con interviste ad ex docenti, imprenditori del territorio, ex studenti e video di repertorio. Inoltre è prevista la creazione di un canale YouTube di Istituto nel quale raccogliere tali materiali.
Il museo si visita fisicamente muovendosi fra gli espositori ed usando dispositivi mobili – smartphone e tablet – per poter accedere alle schede. Su ogni espositore è apposto in bella vista un QR code – oramai noto a tutti in epoca Covid – che potrà essere scansionato per presentare sul dispositivo la scheda associata al materiale.
App per dispositivi mobili, schede e servizio in rete di Istituto: tutto è pronto per essere fruito dal pubblico dei potenziali interessati.
In futuro, lavorando su progetti già realizzati del Museo si potrà effettuare anche una visita virtuale. I nostri studenti, grazie alla disponibilità dei tecnici e alla
supervisione di alcuni docenti, hanno usato strumenti software: dai container per il server agli ultimi framework di Google per programmare i dispositivi mobili in autonomia e con pregevoli risultati malgrado il Lockdown.
Sono stati presi i primi contatti con M9 Museo del ‘900 e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna nella consapevolezza che un Museo, per quanto nato tra le pareti scolastiche, può meglio svilupparsi e farsi conoscere se inserito nelle rete museale.


(articolo tratto dal numero 1 della rivista “Scuola Aperta, esperienze e riflessioni dall’ITIS Carlo Zuccante”)